Paestum la Rosa del Mediterraneo
Nota in tutto il mondo per la sua incantevole area archeologica, Paestum è il luogo ideale dove realizzare la vacanza perfetta di chi cerca il relax e il divertimento insieme allo svago culturale.
In questa località bellissima potrete trovare spiagge accoglienti, tradizione, storia e cibi tra i più prelibati del pianeta. Paestum, frazione del Comune di Capaccio-Paestum, è, infatti, alle porte del Cilento, un’area ancora largamente incontaminata nella parte sud della provincia di Salerno, patria del mito e della pregiata mozzarella di bufala. Scopriamo insieme cosa vedere a Paestum…
“È come se un dio, qui, avesse costruito con enormi blocchi di pietra la sua casa.” (Friedrich Nietzsche)
Cosa vedere a Paestum: l’Area Archeologica
Maestosa e colma di fascino, l’area archeologica di Paestum concentra in sé tutti i preziosi resti dell’antica città fondata col nome di Posidonia, intorno al VII sec. a.C., da coloni greci provenienti da Sibari. All’interno di un anello di cinta di 5 km, con mura spesse fino a 5 metri grazie all’intervento romano, sono concentrate le tracce, in alcuni casi molto ben evidenti, delle diverse civiltà che hanno vissuto prosperamente in quest’area, dai Greci ai Romani, passando per i Lucani che ne cambiarono la denominazione in Paistom, da cui l’attuale denominazione di Paestum.
Dopo secoli di declino e oblio, Paestum fu riscoperta nel XVIII sec. quando, con Pompei ed Ercolano, fu riportata alla luce con l’avvio di scavi archeologici che ci hanno restituito un sito eccezionale tanto da rientrare nel Grand Tour che i giovani aristocratici europei affrontavano in Italia.
Dal 1998, l’area archeologica di Paestum è patrimonio UNESCO.
Finalmente, incerti se stessimo avanzando tra rupi o macerie, finimmo col riconoscere in alcune grandi, lunghe masse quadrangolari che avevamo già avvistate di lontano, i templi e i monumenti superstiti e memorie di un’antica, fiorente città. (Johann Wolfgang von Goethe, Viaggio in Italia)
La Paestum Greca ed i suoi mitici templi
Il Tempio di Atena: Dominava l’intera area in quanto edificato, intorno al VI sec. a.C., sul punto più elevato dell’antica città, nella parte nord. È l’unico di cui si conosce con certezza a quale divinità fosse dedicato.
Il Tempio di Nettuno: Questo spettacolare monumento è ottimamente conservato e il più maestoso dei tre templi. Grazie alla tecnica costruttiva che prevedeva enormi blocchi collegati tramite tasselli e senza l’aggiunta di un collante, il Tempio di Nettuno ha resistito nei secoli a cataclismi e violenti terremoti, tanto da arrivare a mostrarsi ancora ai nostri occhi in tutto il suo splendore.
Con la riscoperta di Paestum nel Settecento, considerata la stazza di gran lunga superiore a quella degli altri due, si pensò che fosse attribuito a Poseidone (Nettuno), il Dio del mare da cui la colonia greca prendeva il nome. Diverse ipotesi, negli anni, lo vogliono dedicato a Era, meglio di Zeus, o ad Apollo.
Il Tempio di Hera o La Basilica: Dalla conformazione architettonica che non prevede il frontone, si intuisce che il Tempio di Era, la cosiddetta Basilica, appartenga alla prima generazione dei templi in pietra di matrice greca, e quindi il più antico dei tre presenti nell’Area Archeologica di Paestum.
Al suo interno, nel 2016, è previsto un percorso che, eliminando qualsiasi forma di barriera architettonica, rende possibile a chiunque di entrare e visitare il Tempio.
La Paestum romana
Dopo la parentesi della dominazione dei Lucani, cui si deve il cambio di denominazione della città da Posidonia a Paistom, con l’arrivo dei Romani nessuno dei templi greci subisce modifiche. Nella città compaiono l’Anfiteatro, il Foro commerciale e il Campus per gli sport. Vi è, poi, una struttura singolare, una piscina, nella quale si ritiene che le donne praticassero riti religiosi per la fertilità.
La Paestum romana si arricchisce anche di quartieri residenziali e case nobiliari.
Il Museo Archeologico e La Tomba del Tuffatore: Il Museo Archeologico di Paestum presente nelle sue teche straordinari reperti provenienti da tutta l’area: vasi, sculture, le metope del Santuario di Era (Heraion) a Foce Sele, frammenti tombali affrescati e armature lucane. Ma della raccolta preziosa che è possibile vedere a Paestum, il pezzo più famoso è sicuramente la Tomba del Tuffatore, una lastra proveniente da una tomba ritrovata a 2 km dall’Area Archeologica su cui, nelle sembianze di un giovane nudo che si tuffa nell’oceano, viene raffigurato il passaggio dell’anima dalla vita terrena a quella dell’aldilà, in una visione estremamente positiva della morte del tutto insolita per la cultura greca.
Cosa Vedere a Paestum: Spiagge e il mare blu del Cilento
A circa 30km a sud del Capoluogo di Provincia, Salerno, Paestum è una frazione del Comune di Capaccio-Paestum, nella rigogliosa Piana del Sele. La sua marina, una lunga stesa di soffice e bianca sabbia, si snoda per circa 15km lungo la costa tirrenica. Gli operatori turistici locali offrono accoglienza completa e le strutture balneari sono attrezzate e confortevoli. Non mancano lunghi tratti di spiaggia libera.
La mozzarella di Bufala e la dieta mediterranea
La vera ricchezza di Paestum risiede nel suo “oro bianco”, la mozzarella di bufala ottenuta unicamente col latte della razza “mediterranea”, da 2000 e passa anni innestata nel territorio campano in cui le paludi locali hanno fornito l’habitat ideale per il loro proliferare. Forse il formaggio più rinomato e desiderato nel mondo, la mozzarella di bufala è uno dei primi prodotti caseari italiano per esportazioni all’estero.
Paestum, come pochi altri territori italiani, e perlopiù campani, gode del marchio D.O.P. per la produzione dell’autentica mozzarella di bufala.
L’impareggiabile candore, l’affascinante elasticità, il sapore inebriante fanno della mozzarella di bufala un prodotto d’eccellenza le cui ottime qualità nutrizionali ben si sposano col concetto di nutrizione sana e regolata previste dalla famosa “Dieta Mediterranea”.
La mozzarella di Bufala e la dieta mediterranea
Vi è infine un simbolo di Paestum, forse meno conosciuto, ma non per questo meno prezioso e affascinante: la rosa di Paestum, o rosa di Venere, la dea della bellezza cui veniva dedicata la sua coltivazione. La sua particolarità consiste nell’essere una specie bifera, ossia che fiorisce due volte in un anno. Emblema di bellezza e fascino, la rosa di Paestum è più volte citata dai grandi poeti e scrittori latini per esaltare le qualità estetiche delle donne esaltate nelle rispettive opere.
Veniva, inoltre, impiegata nella produzione di essenze e profumi. Di questo, in particolare, ci racconta Plinio che descrive l’area di Paestum interamente colorata di cespugli di rose.
Nel tempo, purtroppo, la tradizione della coltivazione della rosa di Venere è andata via via perdendosi ma la sua fama è rimasta intatta nei secoli tanto da indurre, recentemente, la Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno e il Parco del Cilento e del Vallo di Diano a tentarne il recupero cercando di ricrearlo da specie ritenute simili, pur con l’assenza della totale certezza in quanto non si è in possesso del DNA dell’unica e originale rosa di Paestum.
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